Tsipras a Roma

Con l’Europa si discute senza fare minacce

Il ministro delle Finanze greco Varoufakis che ha accompagnato il premier Tsipras in Italia, ha detto che la Grecia sta cercando “un approccio più razionale nell’ambito dell’Eurozona”. Mentre Tsipras veniva ricevuto da Renzi, Varoufakis si incontrava con il suo omologo italiano Padoan e così come a Parigi e a Londra non ha messo in questione i parametri dell’Unione europea. Lo stesso Padoan ha fatto sapere che l’Unione europea “è un luogo dove solidarietà e responsabilità sono principi concreti che si esercitano congiuntamente”. Sarà fondamentale, quindi “che la Grecia si collochi su un sentiero di crescita forte e sostenibile attraverso un chiaro programma di riforme strutturali” . In pratica, se si tratta semplicemente di mettere in questione la politica dell’austerità praticata finora, badando comunque di rispettarne tutti i paletti, ci sarebbe da chiedersi dove sarebbe la distinzione fra Tsipras e Renzi o Hollande. Syriza e la formazione nazionalista alleate nel nuovo governo di Atene, non mostrerebbero nessuna particolare diversità dagli altri governi che si barcamenano in questi tempi difficili con la Germania. Tanto che ora si attende con impazienza l’ incontro a Berlino fra il “marxista libertario” Varoufakis e il “super falco” Schauble. A meno che qualcuno creda che tanta accondiscendenza greca derivi dalla necessità di strappare rinnovo della linea di finanziamento di emergenza per le banche di quel paese, tutta questa apprensione sulla tenuta dell’euro sarebbe stata esagerata. Se invece Tsipras e Varoufakis, puntassero davvero a guadagnar tempo, in modo che la Bce accetti di accordare liquidità agli istituti greci, per poi mostrare il loro vero volto dopo il 12 febbraio, è un altro paio di maniche. Stando ai fatti, finora non ci sarebbe ragione di un tale voltafaccia: lo stesso piano illustrato da Varafoukis, di rientro dal debito, ha aspetti discutibili, ma resta perfettamente all’interno dei parametri europei. Poi abbiamo visto che lo stesso presidente americano, Barak Obama, chiede di piantarla lì con una gretta politica di austerità e iniziare a fare investimenti di un qualche senso strategico. Per quale motivo la Germania ed i suoi alleati più fedeli, finlandesi e olandesi, dovrebbero obiettare a posizioni di tale buon senso? C’è un solo problema che si chiama debito. Se Grecia ed Italia invece di cercare di rientrarvi ogni anno l’accrescono, e quello ha già toccato cifre stratosferiche, difficile che l’economia decolli, anche con le migliori iniezioni di liquidità. Il debito italiano, può essere compensato dal risparmio privato, l’Italia nonostante i suoi problemi, grazie agli sforzi dei suoi cittadini è ancora un paese ricco. Ma per la Grecia è molto diverso. E pure saremmo maliziosi nei se dicessimo che quella di questi giorni inscenata dal governo di Atene è tutta una manfrina per avere un po’ di respiro. Preferiamo credere che ad Atene ci si sia convinti che comunque con l’Europa sia preferibile discutere se si vuole davvero cambiarla piuttosto che farla saltare per aria.

Roma, 4 febbraio 2015